Grani Antichi: Ritorno alla Coltivazione Sostenibile

Cosa Sono i Grani Antichi?

I grani antichi sono varietà di cereali che venivano coltivate prima dell'introduzione delle moderne tecniche di mutazione genetica e produzione industriale. Queste varietà, che includono grani come il Senatore Cappelli, il Saragolla, la Risciola, il Timilia e la Verna, sono rimaste in gran parte inalterate nel tempo.

Il loro appellativo nasce anche per distinguerli dai cereali moderni, che sono stati selezionati e modificati per adattarsi alle esigenze dell'agricoltura intensiva, dovuta alla forte domanda di farine con un elevato grado di forza, che permette una lavorazione più veloce ad alte temperature nella produzione.

I grani antichi, al contrario, mantengono le loro caratteristiche originali e offrono un ritorno ai sapori e ai valori nutrizionali del passato.

Salute e Nutrizione

Coltivati senza l'uso di sostanze chimiche, seguendo una filiera corta e sostenibile rendendoli più salutari per il consumatore, ma anche per l'ambiente. Questi grani hanno un indice di glutine più basso rispetto ai grani moderni, rendendoli più digeribili e adatti a chi ha sensibilità al glutine. Inoltre, grazie alla macinazione a pietra, mantengono intatte le loro proprietà benefiche, come vitamine, minerali e fibre.

Sostenibilità Ambientale

La coltivazione dei grani antichi è spesso associata a pratiche agricole sostenibili. Queste varietà richiedono meno input chimici e supportano la biodiversità, contribuendo a un'agricoltura più rispettosa dell'ambiente. L'adozione di questi grani può aiutare a preservare le varietà locali e a mantenere vive le tradizioni agricole.

Gentil Rosso originario dell'Emilia Romagna e della Toscana, noto per il suo sapore fine e il colore scuro del pane
Jervicella delle Marche, apprezzato per le sue alte piante e la sua versatilità in agricoltura biologica;
Rieti Originario del Lazio, scoperto nella Piana Reatina e ampiamente coltivato nell'Ottocento e nel Novecento per i suoi caratteri agronomici distintivi;
Risciola coltivato soprattutto in Molise, Campania, Basilicata, mantiene intatte tutte le sue proprietà nutrizionali
Saragolla e Senatore Cappelli tra i più conosciuti e apprezzati.

I grani antichi possono essere utilizzati in molteplici modi in cucina:

In chicchi: Possono essere aggiunti a zuppe, minestre, insalate e burger vegetali, offrendo una consistenza e un sapore unici.
Farine: Le farine di grani antichi sono perfette per preparare pane, pizza, focacce e dolci. Sebbene meno raffinate delle farine moderne, conservano tutti i nutrienti del chicco intero.
Pasta: La pasta di grani antichi è ideale per piatti tradizionali, ma anche per ricette innovative che valorizzano ingredienti semplici e naturali.

Pasta di Grani Antichi - Gusto e Salute

La pasta di grani antichi è uno dei prodotti più apprezzati tra coloro che cercano alternative sane e nutrienti alla pasta convenzionale. Realizzata con varietà come il Senatore Cappelli o il Saragolla, questa pasta non solo è più digeribile, ma è anche ricca di fibre, proteine e antiossidanti. Inoltre mantiene una consistenza e un sapore distintivi, che si sposano perfettamente con condimenti semplici e naturali, esaltando i piatti più tradizionali.

Grani Antichi e Indice Glicemico: lo sapevi che?

Tra le principali fonti di carboidrati nella dieta mediterranea, troviamo le farine, elemento base di una varietà infinita di ricette, dagli antipasti ai dolci, esse si differenziano per livello di raffinazione, ma anche per l’indice glicemico cioè la velocità con cui la glicemia aumenta dopo l’assunzione di un alimento.

Tra le farine con basso indice glicemico abbiamo senza dubbio quelle di legumi, o di frutta secca che rallentano l'ingresso di zuccheri nel sangue, oltre alle farine integrali di buona qualità e, se possibile, da agricoltura biologica, tra queste ricordiamo: i grani antichi Senatore Cappelli e Saragolla, Grano Saraceno, Segale, Farro, Avena.

Attenzione alle etichette!

Oggi un alimento viene definito integrale anche se presenta una minima percentuale di farina integrale, cosa fare allora? Bisogna leggere con attenzione gli ingredienti ed assicurarsi che quest'ultima sia presente come primo ingrediente e con una percentuale di almeno il 51% di farina 100% integrale.

Ma che vuol dire? Vuol dire che la farina per essere definita tale deve avere tutte e tre le componenti del seme (endosperma, germe , crusca) poichè farine con l'aggiunta secondaria di crusca non possono assolutamente definirsi integrali per mancanza del germe.

In Conclusione utilizzare farine a basso IG non solo aiuta a tenere sotto controllo la glicemia, ma offre anche altri benefici. Queste farine, ricche di fibre e nutrienti, infatti favoriscono la sazietà e regolano l’assorbimento dei carboidrati, evitando picchi glicemici che affaticano il pancreas e rallentano il metabolismo. Questo è cruciale non solo per chi ha il diabete, ma anche per chi è in sovrappeso e desidera mantenere uno stile di vita sano.